L'ANGELO E LO SCIAMANO
boglethegiftpf7


Un angelo cadde su un prato che non fioriva,
donò le sue ali, divenne pazzo senza il suo volo.
Il prato fiorì di rose mai viste.
Tutti divennero custodi del giardino dell’angelo...
Il tempo, si lasciò andare come un vecchio e
chiuse gli occhi per l’ultima volta sulle perle sfilate dei giorni.
Il fuoco allo schioppettio della legna arsa nel camino
rise come un bambino.
L’acqua, signora sicura di sopravvivere eterna tremante si umiliò
quando la terra esplose in un turbine di confusione e privazione.

Il Logos diede al mondo, che uguale più non era, un nuovo ordine di numeri e di parole alla rovescia.

Il nuovo luogo fu capitanato da un oscuro detto “il mio e l’io”.

l’IO e il MIO pervase ogni creatura dell’antico e tradizione e storia,
sparirono nel nulla, come se non fossero mai stai.

Si smarrì nella goccia di una lacrima fanciulla l’Innocenza.

Non trovò altro rifugio e come un barbone vagabondo
si trascinò in solitudine, schiva, schiava e malata,
nelle strade del nuovo ordine sovrano.

Poi Profezia, se Profezia lo era o lo sarà, si concluse
con l’addio della persona cinica alla sensibile.
Una nuova serpe spuntò nello stagno delle vecchie gracchianti ideologie e mangiò tutto.

L’ordine era l’IO e l’IO pervase, dando al Mio il primo posto accanto al trono.

Tempo, fattosi sciamano, ai piedi di un olmo pregava...
e acqua, e vento, e fuoco, e terra, in processione,
come sciame in estinzione, come compagni nella gloria perduta, procedevano, lentamente verso il nulla.

Continuò a piovere quel giorno…ma domani… domani…

L’indomani sarebbe dovuto andare al lavoro, e in quel momento tutto quel pensiero svanì.

Scritto da: ariadipoesia&aladifalco
foto a cura di marcoforever

 

 

 

Ringrazimento a Lucy1 del Foum "Il Mondo di Lucy"